giovedì 18 novembre 2010

Matrigna

Ore 19.30

- Pronto?
- Ciao (pausa)
- Ciao Beatrice, dimmi
- Ho aperto un uovo e c'erano due tuorli! (voce tra lo spaventato e lo stupito)
-  ....
- Beh allora cosa vuol dire? (tono leggermente inquisitorio quasi seccato)

La prima che mi è venuta in mente è stata la gallina con l'ovaio policistico.
La seconda era di cominciare a narrare una storia con Calimero ed il suo pulcino gemello, ho capitolato ed ho risposto perbenino.

Queste telefonate si fanno alla mamma non alla matrigna!





lunedì 15 novembre 2010

Le perfezioni provvisorie

No, non parlo del libro di Carofiglio, ma è  un titolo che mi si addice.
Io non sono perfezionista, mai stata,  anzi. Ho però tante amiche che sono ossessionate dalla perfezione. Accumulano dosi d'ansia degne di un reparto psichiatrico quando hanno una cena, anche se è tutto perfetto a loro manca sempre qualcosa. Pianificano per ore i piatti, l'apparecchiatura, la mise ed io sono in soggezione quando vengono a casa mia dove nulla è perfetto. Io semplicemente non ci riesco, ma non solo agli occhi miei che sono sempre ipercritici, la mia imperfezione è palese.
Preparo un dolce che ho fatto mille volte e mi dimentico un ingrediente, di solito il lievito. Preparavo relazione di lavoro, stampavo tutto, spillavo e dimenticavo un foglio (quello con il grafico).Preparo una cena un po' formale, tutto è perfetto e verso il vino sulla tovaglia di fiandra.
Vestita di nero tutta carina, pettinata, truccata e mi accorgevo che mi ero seduta sulla sedia della gatta e avevo il dietro del vestito completamente pieno di peli, ma questo ovviamente  prima di entrare nel locale, dal boss, alla cena elegante...


Non riesco proprio ad essere precisa. Ormai ci ho fatto l'abitudine e non me ne cruccio più. Mi giustifico dicendo che le persone ossessionate dalla precisione e dall'ordine hanno problemi, la necessità di tenere tutto sotto controllo viene da una insicurezza di fondo. Questo diceva la mia psicologa che ho frequentato con (dicono gli altri) buoni risultati: non mi voglio bene ma almeno mi stimo.

Sabato avevo 6 amici a cena, io dovevo fare il primo i dolci e gli antipasti. Ho sfoggiato le mie conoscenze culinarie (menù turistico) ed ho preparato i sablè di felder, la crostata alla ricotta, le mini tatin al gorgonzola ed una banale pasta e fagioli. Il marito faceva trippa alla toscana e polpette alla greca. L'unica cosa scic erano gli antipasti e mi son detta che farò una porca figura faticando poco.

Ho iniziato venerdi preparando la crostata. Ho seguito le istruzioni alla quasi lettera, ho usato il bimby invece che le manine. Ho cotto il tutto e mentre cuoceva sentivo un odorino di bruciato. Il burro proh dolor colava dalla teglia, risultato: puzzo in cucina, ustione rimediata cercando di pulire alla meno peggio il fondo del forno.
Il risultato non era male ma forse ho cotto troppo poco la base della crostata e troppo il sopra. 
Voto Aspetto 5/6 sapore 7 (troppo dolce per i miei gusti)

Venerdi ho fatto l'impasto dei sable e sabato mattina ho cercato di stenderlo. Mission impossible. Duro come il marmo. Per non riscaldarlo ho tagliato a fattine l'impasto con il risultato che i sablè erano squisiti ma tutti stortignaccoli. Voti Sapore 10 aspetto 4-

Sabato alle 20.15 ho infornato le mini tatin in stampini da minimuffin singoli, onde evitare l'ennesima ustione.
Forse ho riempito troppo gli stampini e fatto cerchi di sfoglia troppo piccoli e cotto troppo poco. Il tutto nonostante le precise istruzioni di quella santa donna della Ale, ma mi son venute mollicce e non si potevano proprio definire "finger food". Sapore 9 aspetto 3.

La pasta e fagioli era buona ma non avevo una zuppiera così grande ed ho dovuto portare in tavola la pentola che è della Arthur Krupp, ma non è proprio bellina con i piatti bone china.

Non ho fatto foto, sarebbero state un insulto alle ragazze di Menù Turistico.

Forse preferivo quando sui libri di cucina non c'erano le illustrazioni  mi sentivo meno umiliata, comunque chi mi vuole mi tiene così LEGGIADRAMENTE CIALTRONCELLA.

lunedì 8 novembre 2010

Burro e Plum cake al limone

Sono nata e vissuta a Bologna per 32 anni (escluso 4 che ho passato in Germania). Genitori entrambi bolognesi, nonne e zie pure. Da noi si cucina con il burro.
L'olio di oliva non esisteva. L'ulivo più vicino a Bologna è a Brisighella (70 km), di quelli toscani nemmeno a parlarne, ci sono le montagne di mezzo e poi i toscani parlano strano. In dialetto, per definire il padrone di casa si dice "E' quello che paga l'olio". 
Si friggeva nello strutto o nell'olio di semi e se non avete mai provato le patate fritte nelle strutto provate anche solo con 2 bastoncini ma non ditelo al dottore.
L'olio era solo quello di semi e si usava per condire l'insalata.
Il soffritto per il ragù e per tutto il resto si faceva sciogliendo il grasso della pancetta e soffriggendo gli odori in questo grasso ed aggiungendo un bel tocco di burro che è più "leggero" della pancetta...
Io il ragù lo faccio ancora così, litigando con il toscano che ho sposato che usa solo olio extravergine di oliva prodotto sulle colline di Fiesole, che a suo dire, è il migliore.
 Per merenda ci toccava pane burro e zucchero, pane burro e  marmellata oppure pane burro e prosciutto crudo. Poveri bimbi toscani cresciuti a pane sale ed olio o pane e marmellata senza burro!
Nel '70 cominciammo a fare le ferie a Monterosso al Mare e venimmo imparammo così  a conoscere l'olio di oliva ligure, che venne quindi introdotto in casa nostra. La cucina di mamma non è stata tanto contaminata, l'olio di oliva veniva solo usato per condire verdure cotte o crude, poi poco che costa.
Nel dicembre del '92 sono venuta per la prima volta in contatto con l'olio "novo". E' pizzichino, ha un sapore molto forte che copre quasi tutto il resto. Ottimo con il cavolo nero e il mio povero ex marito sbavava per condirci le patate lesse. Io, che a Monaco ero stata introdotta ai piaceri della patata bollita condita con burro fuso e cumino, inorridivo. 
Qui a Firenze, fanno anche la maionese con l'olio nuovo e viene una salsina verdastra che di tutto sa ma non di maionese.  
Sarà che a me i sapori forti non piacciono o sarà perchè ho avuto un "imprinting" diverso ma io l'olio toscano non lo sopporto. Mi compro di nascosto l'olio di olive taggiasche, pagandolo un patrimonio e nascondendolo per non incorre nelle ire del marito nr 2. 
Se non si fosse capito, ADORO il burro, questo grasso che intasa le arterie ma che fa bene allo spirito, alla carne ed anche alle verdure saltate. Però non me lo posso più permettere.
Non che il medico me lo abbia proibito ma prevenire è meglio che curare quindi lo uso solo per i dolci e per poche altre cose. Quando sono sola ed un po' triste mi faccio un bel piatto di pasta con burro, parmigiano e noce moscata. Ed è questo il mio cibo consolatorio.
Ultimamente ho anche imparato a montare il burro con il bimby. Nonostante io conosca questo meraviglioso  strumento a menadito, (l'ho venduto e sono stata Branch Manager della Vorwerk Contempora)  non mi era mai riuscito di montare burro e  zucchero come si deve. Ora ho imparato il trucco e quando trovo una ricettina per salvare la coscienza dimezzo le dosi.
Oggi siamo stati a prendere l'olio novo e per vendicarmi ho fatto una ricettina presa da qui.

Non metto la ricetta perchè ve la scaricate da soli da questa merviglia di giornale on-line. L'ho fatta alla lettera perchè di loro mi fido, ho solo fatto mezza dose e messo forse più semi di papavero.

Con il vin santo è una meraviglia.