giovedì 5 dicembre 2013

L'ora del paTE'

Sono emozionata. Nemmeno se l'avessi scritto io, sarei così commossa. Oggi esce IL LIBRO dell'MTC 
anzi il PRIMO libro dell'MTC - 


costo: 18,00 euro
casa editrice : Sagep- Genova - le illustrazioni sono della Roby (Roberta Sapino Le Chat Egoiste
fotografie di Sabrina de Polo


Sono 41 ricette di paté, 8 di burri composti, 33 fra pani e crackers, grissni,muffins, scones chips e tutto 
proviene da una sfida dell'MTC - l'MTC è un gioco bellissimo, una sfida virtuale tra foodblogger . Tutti i mesi con un argomento diverso e partecipano in media almeno 200 ricette -  

Compratelo, è bellissimo ma serve anche a qualcosa di più grande:


Con questo libro, la community dell'MTChallenge sostiene il progetto "cuore di bimbo" Cuore di bimbi, della Fondazione“aiutare i bambini”, nata nel 2000, per iniziativa dell'ingegner Goffredo Modena, per dare un aiuto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione, che hanno subito violenze fisiche o morali e garantire loro l'opportunità e la speranza di una vita degna di una persona, nel mondo e in Italia. Sono 71 i Paesi del Mondo in cui operano i volontari dell'associazione la Fondazione interviene, realizzando progetti mirati, concreti, nati per rispondere a emergenze reali e portati avanti con abnegazione, serietà e competenza. Fra questi, Cuore di bimbi, attivo dal 2005 in 10 Paesi, che ha permesso ad oggi di salvare la vita a 857 bambini altrimenti condannati da gravi cardiopatie congenite, con esiti spesso letali. La Fondazione opera nella più assoluta trasparenza, nella convinzione che sia doveroso certificare  ogni voce con la massima chiarezza, in un dialogo continuo che unisce chi è desideroso di fare del bene con chi ha la possibilità di farlo in modo concreto, rispettoso e consapevole di muovere nella stessa direzione: quella dell'aiuto alle tante vittime di questo mondo, rese ancora più indifese dall'essere bambini. Da oggi, anche noi remiamo con Goffredo, con Sara e con gli oltre mille volontari sparsi sul territorio italiano - e lo facciamo con questo libro che è il primo tassello di quella che ci auguriamo possa essere una collaborazione duratura e proficua 
http://www.aiutareibambini.it/
http://www.aiutareibambini.it/component/k2/item/310-sostieni-la-campagna-cuore-di-bimbi-

il libro è disponibile in tutte le librerie, su amazon.it e su ibs ma vi suggerirei di comprarlo direttamente dal sito dellla Onlus http://www.aiutareibambini.it/oradelpate , in modo da sostenere con maggiore efficacia questo progetto

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giovedì 6 giugno 2013

Gnocchi alla parigina.

Premessa e Apologia
Io ho una ottima manualità. Smonto e rimonto cose, aggiusto prese, spine, lampadari. Monto velocemente tutti i mobili Ikea, svernicio, sturo lavandini, ricamo a mezzo punto e cucio. Faccio tortellini e tagliatelle tirando a mano la sfoglia sottilissima. Inoltre sono una persona MOLTO organizzata.
                                                               
Antefatto
Era da circa un mesetto che volevo preparare questi stupendi gnocchi alla parigina, ma ho sempre lasciato perdere perché mancava l'occasione e non è proprio una ricetta dietetica e visto che ho speso soldi dal nutrizionista queste cose libidinose non dovrei nemmeno guardarle.
Lunedì per caso ho visto su alice TV una puntata di Accademia Montersino  spiegava come fare questi gnocchetti e mentre guardavo tranquilla la TV l'amato bene mi comunica che il giorno dopo sarebbe venuto a cena un suo amico. Decisione immediata LI FACCIO!!!


Fatto

Leggo due o tre volte la ricetta, controllo attentamene la lista degli ingredienti, vado a fare la spesa. Sarà una preparazione un po' lunga, ma io di tempo ne ho. Decido di fare l'impasto al mattino, gli gnocchetti primo pomeriggio, la mornay poco prima di infornare. Preparo scrupolosamente tutti gli ingredienti sul piano di lavoro e comincio.


Fattaccio

Mentre peso la farina mi si rompe il pacco e mi ritrovo con 2 etti della stessa, pure biologica, sparsi sul piano di lavoro, sul pavimento e sul cane, che quando cucino fa da assistente in attesa che cada qualcosa. Taccio e pulisco. Bolle la mistura di latte e burro, butto la farina setacciata e comincio a mescolare e la pasta mi si stacca dai bordi che è un amore. Sorrido. 


Faccio freddare la pasta in una terrina. Ho ancora l'epicondelite e il gomito destro mi duole, guardo l'impasto e il bimby e penso: se Ale usa il ken, Montersino fa vedere come si fa a mano, ma dice di usare la planetaria io baro ed uso il bimby. Rompo le uova in un boccale di pirex e comincio ad incorporarle. Mi pare un egregio lavoro. Spatolo un pochetto, ma non ho problemi. Sposto l'impasto in una terrina  e guardo il lavello.

Da lavare ho: bimby (boccale, lama, guarnizione, coperchio, misurino e spatola), casseruola bassa con coperchio, cucchiaio di legno, ciotoline usate per pesare farina, setaccio. Ho riciclato il boccale del latte mettendoci le uova. Uno di meno. Comincio ad impensierirmi ma ho la lavastoviglie. E' già ora di pranzo, preparo e lavo tutto a mano mentre cuoce il pranzo.


Dopo il caffè preparo tutto per formare gli gnocchetti. Vassoi con canovacci, terrina con acqua fredda e colino, pentola a bollire con acqua leggermente salata e sac a poche usa e getta che io odio, che non sono mai riuscita ad usare decentemente. Ne ho 3, ho sempre dato la colpa all'utensile e quindi variato forme. Ho almeno 10 bocchette- Mai usate. Forse ho usato un paio di volte quelle usa e getta per le lingue di gatto, ma mi vengon meglio con il cucchiaino. 

Forte della trasmissione del pomeriggio precedente e delle spiegazioni della Ale comincio a riempire la tasca messa in un vaso con i bordi rivoltati. Peccato che l'impasto sia appicicaticcio e non si stacca dalla spatola. Comincio a sbattere la spatola sul bordo del vaso che ovviamente si rompe. Butto il vaso e recupero il boccale di pyrex che se rompo anche quello vado a fare Hulk tanto son già verde di bile.
Riesco ad inserire metà impasto nella tasca, taglio il pezzettino di plastica iniziale e mi esce un serpente di pasta sul piano di lavoro, perché ho stretto troppo la tasca e non mi sono appoggiata. Pulisco.


L'acqua bolle e comincio a tagliuzzare l'impasto che esce e noto con orrore che ho tagliato anche piccoli pezzetti di plastica. Appoggio la tasca. Recupero gli gnocchetti con la schiumarola, li metto a raffreddare. Butto l'acqua plasticata e rimetto la pentola sul fuoco. Mentre bolle, astutamente, applico la bocchetta più grande che ho ad un'altra tasca, vi inserisco quella già piena e mi sento quasi un genio. Prendo un coltello e i primi 20 gnocchetti vengono benissimo. Li raccolgo, li raffreddo e li metto sui canovacci ad asciugare. Mi accorgo che l'impasto non è diminuito e penso che la cosa si farà lunga. 



Non riesco a tener bene in mano la tasca e mi appoggio al tegame. Dopo parecchi gnocchetti comincio a sentire odore di bruciato. La sacca di plastica appoggiata al tegame rovente si è sciolta ed è colato l'impasto sui fornelli. 

A questo punto comincio a imprecare e il cane prudentemente si allontana. Appoggio la tasca su una terrina, la svuoto, recupero la bocchetta, ne prendo un'altra, ci rinfilo l'impasto, pulisco sommariamente, cerco il sottopentola di silicone, lo appoggio sull'orlo del tegame e ricomincio.

Vado abbastanza spedita, ma 'sti gnocchetti non finiscono mai. Gli ultimi sono venuti quasi bene. Forse sono piccoli ma non avevo una bocchetta più grossa.

Questi gnocchetti sono una marea, ho riempito due teglie nere del forno. 
Faccio la mornay e riempio una teglia 25 x 30, 4 mono porzioni e me ne avanzano un quantitativo sufficiente per un'altra teglia. Metto in freezer le mono porzioni e gli gnocchetti non conditi. Rileggo la ricetta e mi accorgo che mi son dimenticata la panna.

Epilogo
Sono stati elogiatissimi, ma ho calcolato che faccio quasi prima a fare 1 kg di tortellini. Non ho fatto amicizia con la sac a poche, ma ho capito che non è colpa dell'utensile ma della manina a roncola che mi ritrovo.






lunedì 20 maggio 2013

#ti saluto


#tisaluto

In Italia l'insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.

Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.
In Italia l'insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all'umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.

Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest'anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.

L'abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo. L'abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.
Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).
Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.

Sarebbe un modo pubblico per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo.
Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.
Andiamocene. E diciamo #tisaluto.
Questo post è pubblicato in contemporanea anche da altre blogger: Marina TerragniLoredana LipperiniLorella ZanardoGiovanna CosenzaSabrina AncarolaMammamsterdam,Zeroviolenzadonne.

E nella versione maschile da Lorenzo Gasparrini.


Se ti va, copincollalo anche tu!

mercoledì 6 febbraio 2013

Manuale di Nonna Papera

Me lo hanno regalato da piccola con la speranza diventassi una brava donnina. L'ho guardato con disprezzo e chiesto il Manuale delle Giovani Marmotte. Che non ho mai avuto.

Ho cominciato a cucinare quando me ne sono andata a studiare in Germania. Mangiare in casa costava meno e pur non sapendo cucinare e non avendo una lira, mangiavo sicuramente meglio che alla mensa universitaria.

L'ho trovato (per modo di dire) in rete e ve lo posto con affetto. QUI