mercoledì 15 dicembre 2010

Cena dei Piccoli Presenti

Tutti gli anni ci ritroviamo a casa di Corinne e Romano per la cena degli augui di Natale.
Saremo 22, tutti seduti. Corinne è svizzera e tutti gli anni ci prepara la fonduta di formaggio. Alle signore volenterose è stato richiesto di dare una mano in quanto viste le boccucce la fonduta al formaggio per 22 entrerebbe giusta giusta nel calderone di Panoramix e non è molto bello da mettere in tavola.
Il tema della cena è la fonduta e quindi quella di formaggio la fa Corinne e poi ci saranno una bella bagna cauda, e la bourguignonne. Io ho ricevuto l'incarico di portare pollo e maiale tagliato a quadretti 2 x 2 e siccome ho il bimby alcune salse. Ho deciso che farò 4 uova di maionese e quindi variazioni sul tema, maionese+curry, maionese+aglio, maionese+arancia (maltese) se avete altri suggerimenti fatevi avanti.

Ci scambiamo piccoli doni e la teoria è che ogni coppia non dovrebbe spendere più di 10 euri in totale.
Credo di aver speso meno, non ho fatto bene i conti. Ho preparato una marmellata  (bimby santo subito):

                                                         Marmellata di Mandarini e Zenzero
 1 kg di mandarini sbucciati
 500 gr di zucchero
 1 arancia non trattata
 1 busta di fruttapec 2:1
 Zenzero a piacere

 Sbucciare l'arancia e bollire la scorza per 10 minuti in un pentolino e tagliarle a pezzetti piccoli
Procedimento con il bimby: frullate i mandarini e l'arancia 15 sec vel 6, aggiungere le scorzette, lo zucchero, il fruttapec e lo zenzero grattato. 15 min 100 gradi vel 3. Controllare con la famosa prova piattino ed invasare.
Senza bimby: tutto in un pentola, a fuoco dolce mescolando spesso. Quando raggiunge il bollore calcolate circa 4 miniti e fate la prova piattino. Attenzione al calore, lo zucchero comincia a cristallizzare a 105 gradi e cambia sapore.

sabato 4 dicembre 2010

GABER

Oggi mi son svegliata un po' strana.  Questo video l'ho visto ieri sera e lo trovo molto calzante, poi GABER era una mia passione. Credo di aver visto quasi tutti i suoi spettacoli ma questo non lo ricordavo.
Mi hanno detto che l'ultima frase non è sua ma o di Borges o di Saramago. E' bella ugualmente.


 

Qualcuno era comunista perchè credeva di poter essere vivo e felice se lo erano anche gli altri,
perchè aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo,
perchè era disposto a cambiare ogni giorno
perchè sentiva la necessità di una morale diversa,
perchè forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, 
un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perchè con accanto questo slancio qualcuno era un po' più di se stesso. 
Era come 2 persone in una, da una parte la personale fatica quotidiana 
e dall'altra parte il senso di appartenenza ad una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente riampianti. 
Forse, anche allora, molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare: come dei gabbiani ipotetici.
Ed ora? 
Anche ora ci si sente come in due, da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo 
squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'illusione del volo.
Perchè ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

giovedì 2 dicembre 2010

Parigi

Venerdì scorso siamo partiti per Parigi e siamo tornati mercoledì. Il maritozzo ha cercato di farlo passare per un week-end romantico, ma non è passata... Sapevo benissimo che doveva essere in fiera lunedì e martedì.

Invece di prenotare un albergo siamo andati a casa una cugina acquistata che io considero più di una cugina vera. Serena e Claudio sono due bellissime persone. Fanno parte della schiera dei Cervelli che se ne sono andati dall'Italia. Appena laureati sono andati negli USA, lui ha fatto il PhD in ingegneria nucleare e lei in oceneografia. Hanno insegnato all'università di Chicago e New York e sono tornati. Ma sono tornati solo in Europa non Italia, si sono fermati a Parigi. Claudio si occupa di rifiuti nucleari e Serena dopo aver collaborato con la Sorbona si occupa di Caterina, la seconda figlia adottata. Abitano a Meudon, appena fuori Parigi e questa la vista da casa loro
A Parigi ero stata sempre e solo d'estate e ho patito freddo, parecchio freddo, nonostante piumino, stivali, maglioni e nonostante i km percorsi.
Sabato mattina abbiamo fatto l'abbonamento Paris visite che comprende treno (4 fermate) fino a Montparnasse e metropolitana nelle 3 zone centrali, praticamente tutta Parigi. A me le metropolitane piacciono moltissimo. Sono funzionali, veloci, non rumorose e  questa poi ha un fascino particolare.
Alcune linee sono state inaugurate nel 1900 e mi piacciono molto le vecchie entrate.


Visto che doveva essere un week-end romantico siamo andati a far colazione da Fauchon . Mi sono limitata a un croissant ma ho fatto veramente fatica a scegliere. Hanno una vetrina che sembra una gioielleria, ma non per i prezzi (anche) ma i gioielli che ha in mostra.

Passeggiatina fino a place Vendome dove per un attimo ho sperato che volesse comprarmi la compagnia per il solitario che si sente sempre molto solo, ma mi sono sbagliata.
Sosta per rinfrancare le stanche membra ai giardini delle Tuilleries pieni di cani, bambini e di gente che corre
volevo anche fare un giro sulla giostra ma l'amato bene mi ha detto che il cavalluccio non avrebbe retto.
Poi pranzetto un una brasserie e poi ancora chilometri. Cena a casa con faraona ripiena di castagne.

Domenica pioveva di brutto.Mattinata in giro per Medoun, pranzo in un piccolo ristorante e pomeriggio in giro per St Denis per vedere la mia fontana preferita che nel grigio della giornata è stato un raggio di sole

Domenica sera avevo un leggero raffreddore, lunedi mattina la febbre... sono stata in casa con Serena anche lei raffreddatissima, una giornata di pisolini, chiacchere, thè con biscotti, libri di Rebouchon e panorami grigio Parigi come dice Serena, attendendo i mariti che tornavano dal lavoro.
Martedi mattina parto per cercare di vedere la MOSTRA di Monet. In internet non c'erano più biglietti. Mi sono detta che magari sono fortunata ma non è stato cosi. Tre ore e mezza di fila. Escluso. Sono partita per il Louvre, con un tempo grigio almeno un po' di colore, ma il Louvre come tutti gli altri musei il martedì sono chiusi.


Mi sono fiondata alle Galleries Lafayette cercando di non fare troppi danni alla carta di credito e ci sono riuscita. Pomeriggio al supermercato con Serena dove ho comprato 1 kg di foie gras, spezie, stampi in silicone e altre cosucce golose.
Mercoledì siamo rientrati.
Il prossimo week-end romantico dovrebbe essere in Belgio ma credo che dirò PASSO.




giovedì 18 novembre 2010

Matrigna

Ore 19.30

- Pronto?
- Ciao (pausa)
- Ciao Beatrice, dimmi
- Ho aperto un uovo e c'erano due tuorli! (voce tra lo spaventato e lo stupito)
-  ....
- Beh allora cosa vuol dire? (tono leggermente inquisitorio quasi seccato)

La prima che mi è venuta in mente è stata la gallina con l'ovaio policistico.
La seconda era di cominciare a narrare una storia con Calimero ed il suo pulcino gemello, ho capitolato ed ho risposto perbenino.

Queste telefonate si fanno alla mamma non alla matrigna!





lunedì 15 novembre 2010

Le perfezioni provvisorie

No, non parlo del libro di Carofiglio, ma è  un titolo che mi si addice.
Io non sono perfezionista, mai stata,  anzi. Ho però tante amiche che sono ossessionate dalla perfezione. Accumulano dosi d'ansia degne di un reparto psichiatrico quando hanno una cena, anche se è tutto perfetto a loro manca sempre qualcosa. Pianificano per ore i piatti, l'apparecchiatura, la mise ed io sono in soggezione quando vengono a casa mia dove nulla è perfetto. Io semplicemente non ci riesco, ma non solo agli occhi miei che sono sempre ipercritici, la mia imperfezione è palese.
Preparo un dolce che ho fatto mille volte e mi dimentico un ingrediente, di solito il lievito. Preparavo relazione di lavoro, stampavo tutto, spillavo e dimenticavo un foglio (quello con il grafico).Preparo una cena un po' formale, tutto è perfetto e verso il vino sulla tovaglia di fiandra.
Vestita di nero tutta carina, pettinata, truccata e mi accorgevo che mi ero seduta sulla sedia della gatta e avevo il dietro del vestito completamente pieno di peli, ma questo ovviamente  prima di entrare nel locale, dal boss, alla cena elegante...


Non riesco proprio ad essere precisa. Ormai ci ho fatto l'abitudine e non me ne cruccio più. Mi giustifico dicendo che le persone ossessionate dalla precisione e dall'ordine hanno problemi, la necessità di tenere tutto sotto controllo viene da una insicurezza di fondo. Questo diceva la mia psicologa che ho frequentato con (dicono gli altri) buoni risultati: non mi voglio bene ma almeno mi stimo.

Sabato avevo 6 amici a cena, io dovevo fare il primo i dolci e gli antipasti. Ho sfoggiato le mie conoscenze culinarie (menù turistico) ed ho preparato i sablè di felder, la crostata alla ricotta, le mini tatin al gorgonzola ed una banale pasta e fagioli. Il marito faceva trippa alla toscana e polpette alla greca. L'unica cosa scic erano gli antipasti e mi son detta che farò una porca figura faticando poco.

Ho iniziato venerdi preparando la crostata. Ho seguito le istruzioni alla quasi lettera, ho usato il bimby invece che le manine. Ho cotto il tutto e mentre cuoceva sentivo un odorino di bruciato. Il burro proh dolor colava dalla teglia, risultato: puzzo in cucina, ustione rimediata cercando di pulire alla meno peggio il fondo del forno.
Il risultato non era male ma forse ho cotto troppo poco la base della crostata e troppo il sopra. 
Voto Aspetto 5/6 sapore 7 (troppo dolce per i miei gusti)

Venerdi ho fatto l'impasto dei sable e sabato mattina ho cercato di stenderlo. Mission impossible. Duro come il marmo. Per non riscaldarlo ho tagliato a fattine l'impasto con il risultato che i sablè erano squisiti ma tutti stortignaccoli. Voti Sapore 10 aspetto 4-

Sabato alle 20.15 ho infornato le mini tatin in stampini da minimuffin singoli, onde evitare l'ennesima ustione.
Forse ho riempito troppo gli stampini e fatto cerchi di sfoglia troppo piccoli e cotto troppo poco. Il tutto nonostante le precise istruzioni di quella santa donna della Ale, ma mi son venute mollicce e non si potevano proprio definire "finger food". Sapore 9 aspetto 3.

La pasta e fagioli era buona ma non avevo una zuppiera così grande ed ho dovuto portare in tavola la pentola che è della Arthur Krupp, ma non è proprio bellina con i piatti bone china.

Non ho fatto foto, sarebbero state un insulto alle ragazze di Menù Turistico.

Forse preferivo quando sui libri di cucina non c'erano le illustrazioni  mi sentivo meno umiliata, comunque chi mi vuole mi tiene così LEGGIADRAMENTE CIALTRONCELLA.

lunedì 8 novembre 2010

Burro e Plum cake al limone

Sono nata e vissuta a Bologna per 32 anni (escluso 4 che ho passato in Germania). Genitori entrambi bolognesi, nonne e zie pure. Da noi si cucina con il burro.
L'olio di oliva non esisteva. L'ulivo più vicino a Bologna è a Brisighella (70 km), di quelli toscani nemmeno a parlarne, ci sono le montagne di mezzo e poi i toscani parlano strano. In dialetto, per definire il padrone di casa si dice "E' quello che paga l'olio". 
Si friggeva nello strutto o nell'olio di semi e se non avete mai provato le patate fritte nelle strutto provate anche solo con 2 bastoncini ma non ditelo al dottore.
L'olio era solo quello di semi e si usava per condire l'insalata.
Il soffritto per il ragù e per tutto il resto si faceva sciogliendo il grasso della pancetta e soffriggendo gli odori in questo grasso ed aggiungendo un bel tocco di burro che è più "leggero" della pancetta...
Io il ragù lo faccio ancora così, litigando con il toscano che ho sposato che usa solo olio extravergine di oliva prodotto sulle colline di Fiesole, che a suo dire, è il migliore.
 Per merenda ci toccava pane burro e zucchero, pane burro e  marmellata oppure pane burro e prosciutto crudo. Poveri bimbi toscani cresciuti a pane sale ed olio o pane e marmellata senza burro!
Nel '70 cominciammo a fare le ferie a Monterosso al Mare e venimmo imparammo così  a conoscere l'olio di oliva ligure, che venne quindi introdotto in casa nostra. La cucina di mamma non è stata tanto contaminata, l'olio di oliva veniva solo usato per condire verdure cotte o crude, poi poco che costa.
Nel dicembre del '92 sono venuta per la prima volta in contatto con l'olio "novo". E' pizzichino, ha un sapore molto forte che copre quasi tutto il resto. Ottimo con il cavolo nero e il mio povero ex marito sbavava per condirci le patate lesse. Io, che a Monaco ero stata introdotta ai piaceri della patata bollita condita con burro fuso e cumino, inorridivo. 
Qui a Firenze, fanno anche la maionese con l'olio nuovo e viene una salsina verdastra che di tutto sa ma non di maionese.  
Sarà che a me i sapori forti non piacciono o sarà perchè ho avuto un "imprinting" diverso ma io l'olio toscano non lo sopporto. Mi compro di nascosto l'olio di olive taggiasche, pagandolo un patrimonio e nascondendolo per non incorre nelle ire del marito nr 2. 
Se non si fosse capito, ADORO il burro, questo grasso che intasa le arterie ma che fa bene allo spirito, alla carne ed anche alle verdure saltate. Però non me lo posso più permettere.
Non che il medico me lo abbia proibito ma prevenire è meglio che curare quindi lo uso solo per i dolci e per poche altre cose. Quando sono sola ed un po' triste mi faccio un bel piatto di pasta con burro, parmigiano e noce moscata. Ed è questo il mio cibo consolatorio.
Ultimamente ho anche imparato a montare il burro con il bimby. Nonostante io conosca questo meraviglioso  strumento a menadito, (l'ho venduto e sono stata Branch Manager della Vorwerk Contempora)  non mi era mai riuscito di montare burro e  zucchero come si deve. Ora ho imparato il trucco e quando trovo una ricettina per salvare la coscienza dimezzo le dosi.
Oggi siamo stati a prendere l'olio novo e per vendicarmi ho fatto una ricettina presa da qui.

Non metto la ricetta perchè ve la scaricate da soli da questa merviglia di giornale on-line. L'ho fatta alla lettera perchè di loro mi fido, ho solo fatto mezza dose e messo forse più semi di papavero.

Con il vin santo è una meraviglia.

sabato 16 ottobre 2010

Torta di riso

La Torta di riso è l'unico dolce che faceva e che fa mia madre.
Quando esisteva ancora il latte vero e non in cartone ci faceva anche il "cremearamel" ,ma eravamo molto piccoli quando ha smesso di farlo, credo abbia smesso perché a mio padre non piaceva, diceva che era roba da ammalati, come il riso o il brodo di pollo.

Questa foto immortala forse l'ultimo creme caramel della mamma  ed risale al primo compleanno del fratellino che è quello nel mezzo quando ancora era paffuto. E' sempre stato piccolo e magrissimo,  con l'adolescenza si è alzato ed allargato un po' ma sempre senza un filo di ciccia (grr...)  Il piccolo buddah accanto a lui è Roberta,  nostra cugina da parte di padre.(ora se non è anoressica poco ci manca). Roberta ha solo 2 mesi più di mio fratello ma è sempre stata il doppio di lui  con grande cruccio di mia madre.
Credo che il cruccio vero di mamma fosse la sorella di mio padre, Zia Bruna... Il mio fratellino era cagionevole di salute mentre il piccolo buddah non aveva mai nulla. Nel febbraio del '65 Zia Bruna passò a salutarci e trovando mio fratello nuovamente ammalato chiese con il suo famigerato garbo: "Ma cosa ci fai a quel bambino che è sempre ammalato?" Mia madre rispose che quando nevicava lo teneva per un tallone fuori dalla finestra...
I rapporti sono "un po' "migliorati ora, dopo 10 anni che è morto mio padre, almeno per Natale o per la Befana ci si vede.


Anche ora mangio pochissimi dolci, li faccio solo per gli ospiti e gli avanzi li porto ai vicini. In compenso per me una porzione di pasta equivale ad almeno 150 grammi ed il prosciutto lo mangio senza pane ma sono in grado di finirne uno.

La mamma non cucina volentieri, non le piace. Mi ha sempre detto che a me piace perché non devo mettere a tavola 4 persone pranzo e cena. In compenso mio padre era un gourmet ed i pochi piatti mamma cucinava regolarmente (lasagne, polpette e torta di riso) negli anni hanno raggiunto la perfezione. Ogni domenica o festa comandata quando metteva in tavola qualcosa, aspettava anelante un consenso che raramente arrivava. Lo fa ancora adesso e tutti (a volte mentendo) diciamo che il cibo è spettacolare. Mio fratello è degno figlio di suo padre e ha riconosciuto la torta di riso fatta con il latte scremato anziché con il latte intero.

La torta di riso veniva fatta nelle principali occasioni, Natale, Pasqua, Compleanni. Per il mio compleanno invece NO perché essendo nata in luglio era escluso che il forno rimanesse acceso per più di un'ora. Quindi ai primi freddi "mi toccava" una torta di riso per il giorno del non compleanno. Ne ha sempre fatta una doppia dosa perché veniva e viene ancora spazzolata in 30 secondi netti.

La torta di riso è una ricetta antica, la cita anche l'Artusi,  a Bologna viene anche chiamata la torta degli addobbi perché era usanza che si facesse durante la festa della parrocchia quando si addobbavano le strade. .

Questa torta ha il vantaggio che  più buona il giorno dopo se riuscite a salvarla dalla truppa. Si può fare in dose doppia e non ci sono problemi di cottura anche nel forno più scarso (il mio).

1 litro di latte (intero altrimenti il fratellino se ne accorge)
100 gr di riso (in casa mia si usa solo carnaroli, forse è uno spreco)
100 gr di amaretti
300 gr di zucchero
100 gr. di cedro candito
100 gr di mandorle
6 uova
stecca di vaniglia
1 bicchierino di liquore alla mandorla amara (in assenza amaretto di saronno)


Cuocere la sera prima il riso nel latte con circa 100 gr di zucchero e la stecca di vaniglia in un tegame abbastanza capiente. Il riso deve essere cotto e non spappolato.
Occultare accuratamente il tegame perché, se non viene sorvegliato, ha il difetto di dimezzarsi. (quanti schiaffi mi sono presa per aver tocciato dal tegame nel frigo...)

Il giorno dopo:
  • Accendere il forno a 150° mettere lo zucchero rimasto (200 gr) direttamente in una teglia rettangolare  facendo attenzione che non sia troppo grande. Io uso una teglia 24x28.
  • tritare il cedro, le mandorle e gli amaretti grossolanamente. Si devono sentire sia le mandorle che il cedro
  •  Aggiungere le uova leggermente battute. Io metto tutto nel tegame dove si è raffreddato e solidificato il riso così lavo una cosa in meno. 
  • quando lo zucchero si è caramellato mettere il composto nella teglia.
  •  infilare nel forno 140/150° per circa 1 ora e anche più. Verificando la cottura con il famoso stecchino. (io uso una forchetta vedi dopo)
  • bucherellare la torta con una forchetta ed irrorare di liquore quando il dolce è ancora caldo
  • infilare nel frigorifero
 Si deve servire tagliata rigorosamente a rombi e non a quadretti. Questa foto è vergognosamente brutta.
 L'ho fatta quest'inverno per mandarla a due amiche che avrebbero dovuto farla, mangiarla e pubblicarla.
 Ho fatto e rifatto la torta di riso ma mi sono sempre dimenticata di fotografarla. Mi perdonate?

giovedì 23 settembre 2010

Libri

Non ho mai avuto una lira fino a 35 anni. Non che ora sia ricca, ma meno indigente sì.
Sono andata in Germania a 18 anni per studiare tedesco e starci 3 mesi. Sono partita con 2 valigie e tornata dopo 4 anni e mezzo con un furgone a noleggio stracarico, guidato da un amico che faceva il fornaio e che per non dormire si era impasticcato di amfetamine. Nel furgone c'erano oltre a vestiti, piatti, tazze, bicchieri, un cassettone jugendstil e libri.
Da allora ho cambiato almeno 8 case aiutata solo da amici a gratis che ho dovuto ovviamente aiutare nei loro traslochi. Ricordo in particolare quello di Tiziana. Inizio agosto, caldo da svenire e cartoni e cartoni di libri da "camallare" da una cantina di Bologna ad un solaio in campagna.
Abbiamo entrambe giurato di rinascere analfabete.

Il segno del benessere è arrivato nel '95 dove mi sono limitata a inscatolare i libri e i facchini dell'azienda di spedizioni per la quale lavoravo li hanno caricati e scaricati davanti alla libreria già smontata e rimontata da loro.

Ho unito la mia vita a quella dell'amato bene nel 2002. Questo ha significato unire 2 librerie ben fornite con anche i doppioni. Enorme discussione su quali andassero eliminati. Ho deciso io di nascosto, regalando ad una biblioteca di quartiere le edizioni economiche (mie).
A tutt'oggi abbiamo 2 librerie alte 3 metri per 8,40 m di lunghezza più i libri in bagno, in camera da letto, in tinello (quelli di cucina) e i ripiani in basso sono stivati a doppio ed anche di taglio
A marzo ci scade il contratto d'affitto e la mia schiena piange tutte le volte che passo per l'ingresso o per il salotto.

Questa vignetta è stata pubblicata anni fa su Il Giornale. Campeggia in una bella cornicetta a righine rosa sulla libreria dell'ingresso (3m x 3,40) Se volete la foto ve la mando per mail nella dimensione originale.

martedì 21 settembre 2010

Canale Mussolini

A me è piaciuto. E' la storia di una famiglia e anche di un Paese dall'inizio secolo allo sbarco di Anzio.
Una famiglia:  i Peruzzi di Codigoro (FE) che si trasferisce nell'Agro Pontino all'inizio della bonifica.
E' scritto molto bene, un linguaggio finto sciatto molto curato ed inframmezzato da frasi dialettali che
a mio avviso però, possono essere un po' ostiche a chi non è cispadano.
Forse mi è piaciuto perchè mi ricorda i racconti della mia nonna materna e di mia madre. Mia nonna era bracciante questi erano mezzadri quindi più ricchi...
Fa capire come mai anche i contadini erano fascisti, forse giustificando molto il regime.
E' un po' troppo lungo e diventa anche un pochino noioso anche per me che capisco bene il dialetto veneto-ferrarese-romagnolo. Comunque merita perchè finalmente ho trovato uno SCRITTORE, che sa come costruire una trama e tratteggiare i personaggi senza troppi risvolti psicologici ma semplicemente con le loro azioni. Mi ricorda Amado.

Comprerò altri suoi libri e faccio sapere.

lunedì 20 settembre 2010

Sushi di Mortadella

Settimana scorsa sono stata dalla mamma e sono passata da Roberto, il macellaio soprannominato Tiffany.
Ho comprato ciccia introvabile a Firenze: copertina per il lesso, cartella per il ragù, un cotechino e un po' di salsiccia. Roberto mi ha messo tutto sottovuoto ed ora aspetto che sia freddo per fare tortellini e lesso.
A Firenze la carne è ottima ma i tagli completamente diversi. Avevo trovato un macellaio che aveva vissuto a Modena e quindi un po' ci si intendeva ma poi ha chiuso e sono rimasta a secco. Il macinato di cartella era troppo invitante per metterlo tutto in freezer ho allora invitato Chiara e Gabriele a cena.  Il maritozzo cucina bene e ci dividiamo i compiti per le cene.  Io dovevo fare le tagliatelle col ragù e il dolce, lui il secondo.
Venerdì mattina mi sono svegliata però con i dolori alle mani (articolazioni da buttar via) e il giovane ha decretato che con le mie manine non potevo fare tagliatelle e lui avrebbe fatto i topini e le keftedes (traduzione dal fiorentino: gnocchi, traduzione dal greco: polpette).
Necessitava un antipasto veloce e intonato e su Sale & Pepe di  settembre ho trovato questo di cui riporto ricetta originale, modifiche e commenti

Sushi di mortadella con spuma di crescenza su riduzione di aceto balsamico
per 4 persone

4 fette di mortadella spesse 1,5 mm (troppe)
180 gr di crescenza (troppo poco)
50 gr di pistacchi sgusciati
pepe
1,5 dl di aceto balsamico (troppo)

150 gr di miele d'acacia (troppo)

Preparare la riduzione bollendo per 15 min aceto e miele.
Probabilmente volevano farci il bagno o utilizzare la riduzione per qualcosa d'altro. Io avevo solo 75 gr di aceto ho aggiunto la stessa quantità di miele e ne è avanzata.
Scottare i pistacchi in acqua bollente, scolateli, sbucciateli e tritateli.
A parte che non siamo imbecilli e prima di sbucciare i pistacchi li avremmo comunque scolati,  questo è un lavoro da schiavi o da far fare a bambini servizievoli. La prossima volta non li sbuccio.
Mettete la crescenza in una ciotala, conditela con il pepe e lavoratela con una frusta fino a renderla soffice poi mettetela in frigo perchè riprenda consistenza. 
Consiglio almeno 200/220 gr. di formaggio. Io ho aggiunto anche del coriandolo in polvere perchè la spuma sapeva di poco.
Dalla parte centrale di ogni  fetta di mortadella ricavare 3 strisce larghe 3 cm. Versate su un tagliere tre quarti dei pistacchi, stendetevi sopra la crescenza e rotolatevela formando un cilindro di 2 cm di diametro su cui i pistacchi aderiscano dandogli consistenza. Tagliate dal cilindro un pezzo di 3 cm e sistematelo all'inizio di una striscia di mortadella, arrotolate la striscia sulla cresceza formando una specie di sushi. Disponete 2 cucchiate di riduzione sul fondo dei piattini e disponete 3 rotolini spolverizzando coi pistacchi rimasti.
Ammetto che la mia manualità è scarsa ma anche se la spuma di crescenza ha ripreso consistenza in frigorifero è praticamente impossibile rotolarla sui pistacchi. Ne rimane mezza sul tagliere. Dopo aver ripulito il tagliere con gli ospiti già in salotto, ho infilato i pistacchi nella ciotola, rimescolato il tutto e steso col cucchiaio la crescenza sulla mortadella.  Nel frattempo la riduzione si era solidificata e l'ho infilata nel microonde, l'ho estratta ustionandomi la mano (quella buona) ed ho preparato e guarnito i piatti la mano destra tenendo la sinistra sotto l'acqua fredda e inviando maledizioni alla redazione di sale & pepe. Per calmarmi ho fatto la foto.

Gli ospiti hanno gradito....


giovedì 16 settembre 2010

Biscotti

Sono un po' acida stamani. Diciamo pure che potrei pulire senza detersivi ed otterrei un effetto sbiancante.
Ieri sera ho fatto i biscotti. Sono tornata apposta per fare i biscotti. Faccio sempre gli stessi biscotti.  Ho provato varie ricette ma questi sono sempre stati i più gettonati. L'unica modifica che faccio è che invece di usare 50 gr di panna uso 50 gr di latte e metto meno zucchero. Non li ho mai fatti con il buchetto all'interno ma semplicemente rotondi. Sono ottimi da pucciare nel latte e meglio di quelli che la Mulino Bianco si fa profumatamente pagare. Però NON sono piaciuti e sapete perchè? Perchè li ho fatti QUADRATI!!

Ieri sera non trovavo l'apposito utensile per farli rotondi ma ho rinvenuto nel cassetto trovato queste.

A Bologna si chiamano "spronelle" anche se la spronella vera e propria ha la rotella dentata. Quella di sinistra si usa per i tortellini. Viene un quadratino perfetto 4 x 4. Per i biscotti non andava bene perchè nel girare si trascinava la pasta allora ho usato l'altra che mia Zia Bruna mi ha regalato per Natale. Le rotelle si possono spostare e si ottengono strisce della dimensione desiderata e sono perfette per i tortelloni ed i biscotti.

Non so per quale legge della chimica o della fisica la forma del biscotto influisca sul suo sapore.
So per certo che ora finisce il chilo di biscotti quadrati ed i prossimi se li compra da solo...

mercoledì 15 settembre 2010

Di ritorno

Sono tornata definitivamente a casa, con la morte nel cuore. Settembre è un mese fantastico. Il maestrale ha pulito tutto ed è diventato anche freschino ma le giornate erano spettacolose. L'autunno si sta preparando ad arrivare


Il maritozzo ha ripreso il lavoro con problemi e mi ha detto venerdi scorso che non aveva più biscotti. Io da brava mogliettina ho chiuso casa e son ripartita sabato con biglietto residente (20,18 euro). Mi ha aiutata Giorgino, un amico che di professione fa il sommozzatore ma è un artista. Ha creato una galleria d'arte sottomarina, che io ho visto solo dal pelo dell'acqua e che mi fa venire la voglia di vincere la paura dell'immersione.

Mentre guidavo verso casa, ho fatto un microbilancio di questa estate. Ho letto parecchio ma nulla di degno di essere recensito, anzi forse ho letto più spazzatura che letteratura.
Ho chiaccherato parecchio con Doriana pelando frutta e quest'anno abbiamo creato insieme una nuova confettura che venderà il prossimo anno: "Pere e Senape" con i semi di senape non con l'essenza.
Ho cucito per la mia casina un copriletto, una tovaglia e per me un vestito che ha bisogno di un orlo ma ormai è troppo freddo per il lino quindi l'orlo è stato rimandato.
 Ho anche dormito poco perchè proprio davanti alla mia porta c'è un ritrovo di rondini che alla mattina si raccontano tutta la giornata.
Sono stata poco al mare in agosto. Il giovane ha la carnagione da rosso, ma rifiuta tassativamente ogni crema protettiva e poi in agosto c'è troppa gente. E' venuto anche il mio fratellino con la famigliola e abbiamo passato pomeriggi a giocare a Burraco. Io con Federico e Spiros con Eleonora. Hanno piu c... che anima e ci hanno fatto neri.

Ora sto pensando seriamente di tornare a Marciana a metà ottobre ma devo trovare una scusa buona perchè l'amato bene non gradisce molto stare solo...

lunedì 26 luglio 2010

Solitario

Il mio compleanno è iniziato con Doriana che è entrata in casa mia con una bottiglia di aleatico per brindare alle 00.05 poi è arrivato anche Renato e abbiamo finito  l’aleatico accompagnandolo  con 2 budini al cioccolato in tre.  I budini erano i resti della tarte Robuchon di Ale, la tortiera era piccola ed con l’avanzo della ganache ho fatto i budini che ci siamo spazzolati ricoperti di confettura pesche ed aleatico ancora calda.  

I primi auguri me li ha fatti l’amato bene con un SMS amoroso:  “voglio vivere i prossimi 50 anni accanto a te” – Ho un marito che quando non ringhia è veramente dolce... 

Mi sono svegliata alle 7.45 con il primo SMS di auguri e portando Beppe a spasso ho raccattato gli auguri di mezzo paese, risposto a 50 telefonate e controllato almeno  dieci SMS - Alle 12.30 sono andata alla Marina ad aspettare il maritozzo che arrivava caldo caldo da Firenze e siamo andati a mangiare da Zorba per accordarci sul menù della serata.  Da Zorba lavora ora Claudio che per due anni ha gestito un ristorantino con una micro cucina. Claudio è un caro amico e mangerei  qualunque cosa mi mettesse nel piatto quindi quando ci ha proposto un tagliolino sulla gallinella non abbiamo potuto dire di no, nonostante il caldo sciroccoso di questi giorni.  Al momento del caffè il giovane virgulto ha estratto un pacchettino dalla tasca.

Questo il contenuto:
Confesso: mi sono commossa e non è stato il misero bicchiere di vino che avevo bevuto..
Spiros mi ha stupito, ha scelto una cosa piccola (1 carato...) e delicata, come piacciono a me e visto che con due mariti e diversi fidanzati non ho mai avuto l'anello di fidanzamento questo mi pare consono...
Chi mi conosce sa che non amo molto i gioelli. Quelli che nei 30 anni di vita da donna ho racimolato (quasi tutti comprati da me in momenti di follia) li metto pochissimo. Solo nelle occasioni da "moglie del dirigente".
Questo però l'ho infilato al dito e non ho intenzione di toglierlo. Il racconto della cena ad un prossimo post, vado al mare...


giovedì 22 luglio 2010

e sono 50!

Stamattina mi ha svegliata alle 9 una amica per farmi gli auguri. Mi sono svegliata alle 7 e ho deciso però di rimanere a letto perchè non so se sono contenta o meno di entrare nella seconda metà della mia vita.
Fino a 10 anni fa, la prima telefonata del 22 di luglio era quella di mio padre che voleva esser certo di trovarmi in casa e chiamava alle 7 del mattino (sabato e domenica inclusi) e tutti gli anni mi aspetto la sua telefonata.

Ora porto a spasso la belva
Poi scendo alla Marina (non Marciana Marina) semplicemente la marina... per concordare il menù di stasera.
Saremo 6: il maritozzo che dovrebbe arrivare verso le 15, Doriana e Renato, Maria e Wilma. Mangeremo da Zorba dove lavora come cuoco un caro amico e lo pregherò di non darci nulla di crudo.
Il locale si trova al Cotone che è uno dei posti più belli della marina.